Avvento


Avvento


Andiamo incontro a Gesù








La corona d'Avvento

L’Avvento è tempo di gioia,
perché fa rivivere l’attesa dell’evento più lieto nella storia:
la nascita del Figlio di Dio dalla Vergine Maria.
Ma è anche tempo di penitenza e conversione
per prepararsi alla venuta del Dio Bambino.
È un tempo di preparazione spirituale al Natale,
un tempo di attesa e di preghiera.


La corona d'avvento nasce come simbolo pagano,
che successivamente è stato adottato dalla cristianità,
come simbolo dello scorrere del tempo.
La corona di Avvento ha la funzione di annunciare l'avvicinarsi del Natale
soprattutto ai bambini, per prepararsi ad esso, suscitare la preghiera comune,
manifestare che Gesù è la vera luce che vince le tenebre e il male.


La corona è fatta di vari sempreverdi
che stanno a significare la continuità della vita.
La forma circolare della ghirlanda simboleggia
l'eternità di Dio che non ha nè inizio nè fine,
l'immortalità dell'anima e la vita eterna in Cristo.
La corona è inoltre segno di regalità e vittoria.
La corona di Avvento annuncia che il Bambino che si attende
è il Re che vince le tenebre con la sua luce.

Il colore delle candele è quello della liturgia:
per le prime due domeniche e la quarta d'Avvento le candele sono
viola ;
colore della penitenza.
" Convertitevi perchè il regno dei cieli è vicino !"
"Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri".
(Mt.3,1-3)
A Gesù interessa il nostro cuore; è lì che dobbiamo preparare le vie,
colmare i vuoti, cambiare, convertirci.
Nella fede, nella preghiera, nell'impegno di cambiare tante cose
che vanno cambiate nella nostra vita, possiamo vivere l'attesa del Signore
e sperimentare la sua grazia, la sua gioia, la sua salvezza.



Nella terza domenica d'Avvento detta "
Gaudete " la candela è rosa,
colore simbolo dell'amore di Gesù che diventa uomo.
"Rallegratevi nel Signore, sempre ... Il Signore è vicino !" (Fil 4,4-5).
Dio è vicino, compassionevole, Padre misericordioso
che ci segue amorevolmente nel rispetto della nostra libertà:
tutto questo è motivo di una gioia profonda.
Giovanni il Battista che ci prepara all'avvento del Salvatore
ci prepara anche a quello che dovrà essere la nostra parte nell'opera della Salvezza,
perché essa non può esserci senza la nostra libera cooperazione.
Da questo pressante invito alla gioia,
prende nome la terza Domenica d'Avvento
tradizionalmente detta Domenica "Gaudete".
"Gaudete", cioè gioite, rallegratevi perché il Signore è vicino!



La prima candela si chiama "
Candela del Profeta " ed è la candela della speranza.
Ci rammenta che molti secoli prima della nascita del bambino Gesù,
uomini saggi chiamati profeti predissero la sua venuta.
Un profeta di nome Michea predisse perfino che Gesù sarebbe Nato a Betlemme !


La seconda candela è chiamata "
Candela di Betlemme " ,
candela della chiamata universale alla salvezza,
ci ricorda la piccola città in cui nacque il nostro Salvatore.
"E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele".



La terza candela è chiamata la "
Candela dei Pastori ", candela della gioia,
poiché furono i pastori i primi ad adorare il bambino Gesù e a diffondere la buona novella.


La quarta candela è la "
Candela degli Angeli " per onorare gli angeli
e la meravigliosa novella che portarono agli uomini in quella notte mirabile.


La quinta candela, al centro, e quella che si accende la notte di Natale, ed è bianca.
Rappresenta Gesù, Luce del mondo.
" Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. "Gv.1,9



La corona d'Avvento oltre ad essere utilizzata in chiesa
durante la celebrazione della Santa Messa,
può diventare un elemento prezioso nelle nostre famiglie, piccole chiese domestiche.
Le candele vengono accese una per settimana, al sabato sera o alla domenica,
quando tutta la famiglia è riunita; solitamente dal più piccolo,
proprio perché questa tradizione è nata per preparare i bambini al Natale.
Durante la settimana si possono accendere le candele
(una per la prima settimana, due per la seconda ecc.)
quando si prega o si mangia insieme o quando arriva un ospite.
La Preghiera in Famiglia
P: papà o mamma F: famigliaP. Il giorno è vicino !F. Buttiamo via le opere delle tenebre.LETTURA
Dal vangelo secondo Giovanni (1,9-14)
(oppure Vangelo della domenica).

La luce vera, Colui che illumina ogni uomo, stava per venire nel mondo.
Colui che è "la Parola" è diventato uomo e ha vissuto in mezzo a noi uomini.
Noi abbiamo contemplato il suo splendore divino.

Silenzio.
Un figlio accende una, due, tre o quattro candele, a seconda della domenica.
Si può anche intonare un canto.
PREGHIERA
P. Vieni, Luce vera,
tu che illumini ogni uomo.
Rischiara le nostre tenebre
e non avremo più paura
perché tu, Gesù,
sei luce alla nostra strada.
Donaci di portare la tua luce
ai nostri fratelli.
F. Amen.BENEDIZIONE
P. La luce del Signore risplenda su di noi,
perché la nostra gioia sia piena.

Il padre, fa un segno di croce, col pollice, sulla fronte dei presenti.
F. Vieni. Signore Gesù !




Intervista al signor Avvento

UNO: Buongiorno e benvenuti alla prima puntata di “Chiesa in Chiesa”; un programma che ci aiuterà a capire meglio un sacco di cose sulla nostra religione.
DUE: Il primo ospite del nostro programma è il Signor Avvento. Facciamogli un bell’applauso di benvenuto!
NOVE: Buongiorno Signor Avvento, come sta'?
AVVENTO: Buongiorno a tutti voi, grazie per il cortese invito. Sto bene, come ogni anno sono molto felice di uscire di casa, sa lo faccio solo una volta all’anno!
TRE: Come scusi? Lei esce di casa una volta all’anno?
AVVENTO: Si. Io faccio parte di una bella famiglia, l’Anno Liturgico. Siamo tanti fratelli, Quaresima, dopo-Pentecoste, Natale, Pasqua. Abbiamo dei turni di lavoro e per questo motivo usciamo di casa una volta all’anno. Ma parliamo di me e non dei miei fratelli!!!
QUATTRO: Si certo parliamo di lei. Prima di tutto mi tolga una curiosità: perché è vestito tutto di viola?
AVVENTO: In realtà si chiama morello, è un po’ più scuro del viola, vedete? Il morello è il colore dell’attesa e della penitenza, infatti si usa anche nelle messe per il perdono dei peccati. Durante tutto il mio tempo si usa sempre il morello tranne il giorno della festa dell’Immacolata concezione, 8 dicembre, quando si usa il Bianco.
CINQUE: Ma scusi, quanto dura il suo tempo?
AVVENTO: Sono 6 settimane, perché abbiamo il rito ambrosiano: se seguissimo il rito romano, potrei uscire solo 4 settimane l’anno!
SEI: Come mai si chiama Avvento? Cosa vuol dire questa parola?
AVVENTO: Il mio nome deriva dal latino “Adventus”, che significa venuta, arrivo.
SETTE: Venuta, Arrivo… ma di chi?
AVVENTO: Allora devo spiegarvi proprio tutto, il mio tempo serve per prepararsi ad un grande evento: il Natale, la nascita di Gesù, salvatore del mondo. È un tempo in cui si attende, in cui ci si prepara. Un tempo di riflessione, di preghiera e di ascolto, di preparazione, purificazione, ma anche grande gioia.
OTTO: Si spieghi meglio…
AVVENTO: Facciamo un esempio pratico: se a casa sua deve arrivare un ospite molto importante cosa succede??? Sicuramente si pulisce bene tutta la casa, si lavano anche i vetri, che è una cosa molto stancante da fare!! Si prepara la stanza degli ospiti, con delle belle lenzuola. Si prepara un bel pranzo, con tante portate. Altro esempio: se in una famiglia deve arrivare un bambino, quanti preparativi si fanno? La culla, la cameretta, il fasciatoio, il passeggino, i biberon. Tantissimi preparativi!! Lo stesso avviene durante il mio Tempo.
Si fanno pulizie in grande!!!
NOVE: Nooo… dovrò aiutare mia madre a lavare i vetri!!!!
AVVENTO: Ma no….quello era un esempio… tutti noi siamo chiamati a fare pulizia dentro di noi. Buttare via i peccati, i vizi, le cattive abitudini, le cose superflue, per fare spazio alle cose che contano veramente e accoglierle in uno spazio pulito e pronto Gesù e i nostri fratelli, soprattutto quelli più bisognosi!
DIECI: Lei prima stava parlando della venuta di Gesù, ma lui non è già nato tanto tempo fa? Perché dovrebbe rinascere anche quest’anno???
AVVENTO: Questo è proprio il bello del mio lavoro. Io ogni anno esco di casa d annunciare che Gesù nasce sempre, nasce di nuovo. È come la speranza, non muore mai! Qualsiasi cosa noi facciamo, anche se giriamo le spalle a Gesù, lui è sempre pronto a rinascere nel nostro cuore se lo vogliamo accogliere!
DUE: E la chiesa come vive questo tempo? Accadono cosa diverse?
AVVENTO: Prima di tutto le messe sono un po’ diverse: non si canta il gloria, sarebbe bene non sposarsi, meglio usare pochi ornamenti. E poi anche le letture della domenica servono a prepararsi meglio!
UNDICI: Oggi si parlava di essere pronti, di non farsi trovare addormentati. Cosa vuol dire? Che non possiamo riposare?
AVVENTO: Ci mancherebbe, dobbiamo dormire e riposare. Il significato è un altro! Gesù voleva solo ricordarci di stare sempre attenti, vigili, di non essere pigri, di non rimandare le cose, di essere attivi e sempre pronti, perché non sappiamo mai cosa può succedere domani. Ricordate la storia dell’ospite d’onore che viene a visitare la nostra casa??? Non vorremo fargli trovare ragnatele e bagni sporchi!
DODICI: Ancora… non mi dica che devo pulire il bagno.. non mi piace!!!!
AVVENTO: bè male non ti fa…. Comunque era sempre un esempio! La sostanza è questa. Non dobbiamo aspettare solo il Natale per essere più buoni ed accogliere Gesù nella nostra vita! Dovremo sempre mantenere il nostro cuore pulito e pronto ad accogliere Gesù e i fratelli! Il mio compito è proprio questo: dire a tutti di accogliere sempre, in ogni istante e in ogni momento della vita!
TREDICI: Accogliere… Ma in concreto cosa possiamo fare?
AVVENTO: Non ci sono ricette uguali per tutti. Ogni persona vive il suo Avvento speciale e diverso.
I bambini possono mangiare qualche caramella in meno, possono aiutare di più mamma e papà, possono fare meglio i compiti a scuola, possono guardare meno televisione e risparmiare qualche soldino da dare in beneficienza!
I ragazzi possono ascoltare di più i genitori, dire meno parolacce, mandare qualche sms in meno, possono essere più rispettosi, studiare di più, bisticciare meno!
Anche gli adulti sono chiamati a fare tante cose: fumare meno, fare la pace con i fratelli, criticare meno, andare a trovare gli ammalati.
Insomma tutti possiamo fare qualcosa per migliorare noi stessi, le parolacce, la pigrizia, l’essere poco comprensivi, e anche il nostro mondo, anche stare attenti a non buttare le cartacce in giro, o spegnere le luci quando non ci servono o non sprecare il pane e il cibo!
UNO: Sa che non ci avevo mai pensato. Pensavo che amare i fratelli più sfortunati fosse solo mandare i soldi in Africa!
AVVENTO: Non è solo quello. Se ci guardiamo intorno i fratelli vicino a noi hanno spesso bisogno di un aiuto, di un sorriso, di essere ascoltati, di essere capiti e accettati. Guardate che Gesù non nasce solo per i bambini dell’africa. Nasce per tutti noi, perché tutti noi abbiamo bisogno di lui. Lui è la luce che ci fa capire dove sta il bene! Che non ci fa sentire soli! Che ci aiuta a ritrovare la strada giusta quando sbagliamo.
QUATTRO: A proposito di luce, molto bella questa candela che abbiamo acceso prima..
AVVENTO: quella è la corona d’avvento, un simbolo che tutti dovrebbero avere nella loro casa. Si accende una candela ogni domenica quando tutta la famiglia è riunita. Dall’oscurità si arriva alla luce. La luce di Gesù che entra nella nostra vita e le rende più felice e serena.
SEI: immagino che lei Signor Avvento sarà richiesto in tante altre parrocchie perciò la ringrazio per averci dato tante belle notizie e la salutiamo con un caloroso applauso!
AVVENTO: Grazie dell’accoglienza e mi raccomando viviamo bene queste settimane per prepararci alla nascita di Gesù. Scaldiamo il nostro cuore e accogliamo i nostri fratelli in difficoltà. Aiutiamo la nostra famiglia e ricordiamoci che Gesù è sempre pronto a nascere in ogni cuore pronto ad accoglierlo e a vivere in pieno la sua parola… buon avvento e buon Natale!!!!
 

Intervista a Giovanni Battista

UNO: Buongiorno e benvenuti alla seconda puntata di “Chiesa in Chiesa”; un programma che ci sta aiutando a capire meglio un sacco di cose sulla nostra religione.
DUE: Il secondo ospite del nostro programma è il Signor Giovanni Battista. Facciamogli un bell’applauso di benvenuto!
TRE: Buongiorno Signor Giovanni Battista come sta' e chi è di preciso?
GIOVANNI: Buongiorno a tutti voi, grazie per il cortese invito. Sto molto bene, ma sono un po’ di fretta… mi aspettano tante persone e devo sbrigarmi! Io sono figlio di Zaccaria ed Elisabetta, una anziana cugina di Maria, la madre di Gesù. Ho più o meno la stessa età di Gesù, sono circa 6 mesi più grande di lui.
QUATTRO: Lei è davvero così indaffarato? Che tipo di lavoro svolge?
GIOVANNI: Io sono il Battista, colui che battezza.
SEI: Battezza? Cioè? E dove svolge la sua attività?
GIOVANNI: Nel deserto, presso il fiume Giordano. Bagno con un po’ d’acqua chiunque voglia convertirsi e pentirsi dei propri peccati.
CINQUE: Quante persone ha battezzato?
GIOVANNI: Tantissime. Quasi tutti gli abitanti di Gerusalemme e molte altre persone provenienti da tutta la Giudea.
SEI: Ma perché tutte queste persone sono venute a battezzarsi?
GIOVANNI: In un primo momento hanno ascoltato le mie parole, io annunciavo loro che presto sarebbe arrivato il Messia, il Salvatore. Colui davvero capace di perdonare i peccati, il Figlio di Dio sceso sulla terra per salvare tutti noi. Poi si sono fatti battezzare. Molti addirittura mi hanno scambiato per il vero Messia, ma sono riuscito a convincerli del contrario.
SETTE: Lei quindi è un profeta?
GIOVANNI: In realtà vengo chiamato il più grande dei profeti, il precursore, colui che corre prima. Io ho annunciato l’arrivo del messia a tutti e ho preparato la strada al salvatore del mondo dicendo a tutti che Gesù avrebbe battezzato non con acqua come me, ma con lo Spirito Santo e fuoco.
OTTO: Allora lei ha avuto davvero un compito molto importante! Come si è preparato a tutto questo?
GIOVANNI: Io sono nato per svolgere questo compito, ho conosciuto Gesù quando tutti e due eravamo ancora nel grembo delle nostre madri. Dio mi ha dato la grazia di nascere da una madre molto anziana, è stato un miracolo. Questo perché Dio aveva un compito molto importante per me. Preparare la via a Gesù, annunciare la sua venuta, preparare il cuore delle persone ad accoglierlo.
NOVE: Quindi ha frequentato la scuola per imparare a parlare di Gesù?
GIOVANNI: In realtà mi sono ritirato nel deserto, mangiando cavallette e miele selvatico, mi sono vestito di pelli di cammello e ho fatto molta penitenza e molta meditazione! Ho liberato il mio cuore dalle cose superflue e ho ascoltato Dio. Ecco come mi sono preparato alla predicazione.
DIECI: Deve essere stato molto difficile vivere isolato e nel deserto.
GIOVANNI: Si, in realtà più di una volta mi sono scoraggiato. Poi però Dio è venuto in mio aiuto e mi ha dato coraggio!
UNDICI: Quindi lei ha conosciuto Gesù?
GIOVANNI: Si. Lui stesso prima di iniziare la predicazione e la sua vita pubblica è venuto a farsi battezzare al Giordano. Io non lo volevo certo battezzare! Ma lui ha insistito e nel momento del suo battesimo una colomba è scasa dal cielo e si è udita la voce di Dio che lo proclamava il suo figlio Prediletto!
DODICI: Che onore aver conosciuto Gesù! Che tipo era?
GIOVANNI: Gesù era un personaggio proprio affascinante, aveva uno sguardo magnetico, una voce buona, un modo di essere e di fare sicuro e sincero! Peccato che tutto il popolo dopo essersi battezzato nel Giordano, dopo averlo osannato a Gerusalemme, lo abbia condannato a morte!!! Proprio non aveva capito nulla!!
TRE: Questo ci fa riflettere…
GIOVANNI: si infatti. Il popolo si aspettava proprio un Re, potente, ricco. Non il figlio di un povero falegname nato in una grotta tra umili pastori. E poi di certo non si aspettavamo un messia messo in prigione, succube della legge di Roma e così indifeso, tanto da morire in croce come il più disgraziato dei malfattori. Tutti hanno guardato all’apparenza, si sono dimenticati in fretta delle parole di speranza, di amore che Gesù aveva predicato.
OTTO: Già, per questo durante l’Avvento lei torna ad annunciare la venuta del salvatore?
GIOVANNI: Si certo! Ogni anno è importante rinfrescare la memoria all’umanità che spesso si aspetta ancora un re potente, un mago capace di guarire e far vincere la lotteria o il superenalotto. Spesso ci si ricorda di Gesù solo nei momenti tristi, quando ormai si è dentro la via sbagliata!! Io vengo ad annunciare la speranza, la nascita del salvatore dentro di noi che ci fa diventare più sereni e felici.
DUE: il suo messaggio è davvero molto importante, lei deve essere molto considerato nella Chiesa!
GIOVANNI: Si che onore! Pensi che sono l’unico santo insieme a Maria, del quale si festeggia sia la nascita terrena, il 24 Giugno, che la nascita al cielo, il 29 agosto. In ogni chiesa c’è la mia immagine o una mia statua. Il mio nome è il più diffuso in tutto il mondo. Quanta grazia!!!
CINQUE: Grazie mille Signor Giovanni Battista, grazie per il messaggio che ci ha portato, grazie per l’annuncio di salvezza per tutta l’umanità.
 


Intervista a Maria

UNO: Buongiorno e benvenuti alla terza puntata di “Chiesa in Chiesa”; un programma che ci sta aiutando a capire meglio tante cose sulla nostra religione.
DUE: Il terzo ospite del nostro programma è Maria, la madre di Gesù. E’ davvero un onore averla tra noi, quasi quasi non trovo le parole, mi sento così piccolo davanti a un personaggio così importante! Facciamogli un bell’applauso di benvenuto!
MARIA: Buongiorno a tutti, sono molto felice di essere tra voi! Quanti bei bambini e quanti bei ragazzi! Per non parlare di tutte queste simpatiche persone, siete proprio una bella famiglia!!
TRE: Grazie Maria! Lei esprime una grazia e una serenità contagiose, ma come fa a essere sempre così buona?!
MARIA: Non è un grande sforzo. Rimango sempre meravigliata dalla bellezza, dalla varietà, dalla bontà delle creature di Dio. Ognuno di voi è così speciale, così originale, così perfetto agli occhi di Dio!
QUATTRO: Maria lei è straordinaria! Con tutte le stragi, con tutte le guerre, i litigi, con tutte le schifezze che ci sono nel mondo lei vede sempre il buono in tutte le cose!!
MARIA: Vede, tutto ciò che lei ha nominato capita perché l’uomo certe volte si sente disorientato, non trova una buona guida, si lascia consigliare dal malvagio. Si dimentica di Dio, non si affida alla sua bontà, alla sua provvidenza.
CINQUE: Lei invece si è affidata a Dio completamente!
MARIA: Certo!! Sono una donna troppo umile e piccola per pensare solo un momento a vivere senza Dio. Lui mi ha creato, mi ha dato dei genitori, mi ha permesso di studiare di vivere dignitosamente, mi ha dato tutto.
SEI: Scusi sa… ma lei non aveva niente. Non era mica figlia di un Re o di un principe!!! Non aveva nemmeno un vestito firmato!!!
SETTE: Non aveva nemmeno un telefonino o Sky!!! Come fa a dire che aveva tutto?
MARIA: Ho avuto dei genitori che mi hanno tanto amata, tanti amici. Non mi è mai mancato il cibo. Ero felice. Soddisfatta della mia vita, non ho fatto mai male a nessuno, non ho desiderato essere qualcun altro o avere chissà cosa. Anzi ho sempre aiutato chi era in difficoltà e ho sempre obbedito ai miei genitori.
OTTO: Ma quando ha visto l’angelo Gabriele cosa ha pensato?
MARIA: All’inizio non capivo, ero un po' spaventata, ma è durato poco. Mi sono affidata a Dio completamente. Lui sa cosa è bene per ognuno di noi. Solo se abbiamo piena fiducia in Lui saremo felici e io non ho avuto paura.
NOVE: Ma dica la verità i suoi genitori l’avevano preparata a tutto questo?
MARIA: Assolutamente no. I miei genitori Anna e Gioachino sono state delle persone eccezionali, mi hanno insegnato ad amare Dio, a conoscerlo, a rispettare tutti i suoi disegni. Mai avrei pensato che il Signore scegliesse una ragazza così povera, umile come me. E ora che mi ha scelta non posso altro che inginocchiarmi e fare la sua volontà.
OTTO: E di Giuseppe il suo sposo cosa ci dice?
MARIA: Giuseppe è stato un sant’uomo, anche lui aveva molta fede in Dio. E’ stato un bravo padre per Gesù ed è stato molto coraggioso.
NOVE: Ha avuto paura quando è nato Gesù? Partorire in una stalla non deve essere stato semplice!
MARIA: Non ho avuto paura, la gioia di diventare madre e la felicità di dare al mondo il figlio di Dio è stata superiore a tutti i dolori e le difficoltà!
DIECI: Ci racconti l’infanzia di Gesù! Che bambino era?
MARIA: Gesù era un bambino molto ubbidiente, tranne il giorno che è scappato al tempio, ci ha fatto prendere uno spavento! Studiava molto ed era molto curioso. Poi quando ha iniziato la sua missione è stato difficile accompagnarlo soprattutto nel momento della sua morte.
UNDICI: Certo per una madre deve essere stato difficile!
MARIA: Molto difficile! Ma poi ho pensato che sarebbe presto risorto e che la sua morte era necessaria per la salvezza di tutti gli uomini. In punto di morte poi Gesù mi ha affidato una grande missione! Diventare la madre di tutti gli uomini!
DODICI: E’ vero… lei è la nostra grande madre!
MARIA: Tutti gli uomini mi pregano e mi affidano le loro paure e i loro problemi. E io li presento a Dio. Prego per tutti, mi preoccupo, mi felicito e do il mio affetto e la mia protezione a chiunque me lo chiede.
DODICI: Lei Maria è la santa più venerata, più presente. Esistono decine di Madonne, di Lourdes, Immacolata, del buon frutto, Assunta in Cielo… Qual è la più importante?
MARIA: Sono sempre io. Non esistono tante Madonne. Io sono l’unica, poi mi chiamano in diversi modi, ma il vero credente non si lascia ingannare dai vari nomi.
TREDICI: Grazie Maria. E ‘ stato bello incontrarla e parlare con lei. E ‘ un esempio per tutti noi. La sua fiducia in Dio, la sua umiltà, la sua grazia ci devono insegnare a non scoraggiarci e ad accogliere sempre e con fiducia il prossimo. La salutiamo con affetto e le auguriamo Buon Natale!!


Intervista ad Isaia

UNO: Buongiorno e benvenuti alla quarta e ultima puntata di “Chiesa in Chiesa”; un programma che ci sta aiutando a capire meglio un sacco di cose sulla nostra religione.
DUE: Il quarto ospite del nostro programma è Isaia, un personaggio che arriva dritto dal vecchio testamento. Facciamogli un bell’applauso di benvenuto!
ISAIA: Buongiorno a tutti, sono molto contento che mi abbiate invitato. Noi personaggi del vecchio testamento siamo considerati troppo antichi e quindi non ci invitano mai!
TRE: Il nostro programma vuole spiegare meglio questo tempo di attesa e lei è sempre molto presente in tutte le domeniche di Avvento!
ISAIA: Esatto! Le prime letture delle domeniche di avvento sono tutte mie. Sono un autore molto richiesto!! Nonostante io non abbia conosciuto Gesù!
QUATTRO: Ci spieghi meglio questo fatto!
ISAIA: Il vecchio testamento, come voi sapete, è la prima parte della Bibbia ed è formato da tantissimi libri. Si parte dalla creazione del mondo e dell’universo raccontata nel libro chiamato Genesi. In alcuni di questi libri è narrata la storia del popolo di Israele prima della venuta di Gesù. C’è il libro della legge, il libro dei proverbi, insomma una ricchezza di informazioni e cultura che testimonia la fede in Dio. La seconda parte è il Nuovo testamento, che contiene i Vangeli, la lieta notizia, che raccontano la storia di Gesù.
CINQUE: il suo libro di che cosa parla esattamente?
ISAIA: Il mio è uno dei libri più poetici della Bibbia, con esempi ed immagini molto chiare e potenti. A Gerusalemme ho potuto studiare e frequentare le classi sociali più alte, questo mi ha dato una cultura molto elevata, un modo di scrivere erudito e raffinato.
SEI: Quali temi ha affrontato?
ISAIA: Siccome ho frequentato l’alta società di Gerusalemme, ho avuto modo di conoscere tutti gli sfarzi, gli sprechi e il modo di vivere superficiale e a volte spregiudicato di donne e uomini molto ricchi. Al contrario invece ho conosciuto anche la profonda povertà di tante persone più sfortunate. Nel mio libro spesso denuncio e condanno lo sfarzo e soprattutto la poca e scarsa carità verso i più bisognosi.
SETTE: Lei se non sbaglio è un profeta, qual è esattamente il suo compito?
ISAIA: I profeti sono dei personaggi mandati e ispirati da Dio ad annunciare la venuta del Salvatore del mondo, Gesù, il figlio stesso di Dio. Nel mio caso accanto a questa missione c’è proprio la volontà di parlare per conto di Dio stesso, che mi ha usato come suo messaggero.
OTTO: Ma se lei è vissuto tanto tempo prima di Gesù come ha fatto a credere alla sua venuta?
ISAIA: Esattamente sono vissuto intorno al 700 a.C. in prevalenza a Gerusalemme. Ho creduto perché ho avuto piena fiducia in Dio. E mi sono impegnato a comunicare in modo convincente il messaggio di speranza che mi è stato affidato; non solo, spesso ho condannato apertamente i nemici di Israele, gli idolatri, quelli che non rispettavano la legge.
NOVE: In realtà lei nel suo libro parla già di Gesù, come ha fatto a sapere della sua nascita?
ISAIA: Il popolo di Israele aspettava da tempo che arrivasse il Salvatore, il figlio di Dio capace di liberare il popolo dalla schiavitù. Un po’ come era successo con Mosè. Lui aveva liberato il popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto e lo aveva condotto nella Terra Promessa. Gesù è come un nuovo Mosè che libera da una schiavitù diversa.
DIECI: Un “Mosè moderno”?
ISAIA: Si potrebbe dire anche così. Solo che Gesù non è venuto a liberare il popolo d’Israele dai romani, invasori in quel periodo. Gesù è venuto per liberare tutti gli uomini dal peccato, dalla morte dell’anima. Il popolo di Gerusalemme si aspettava un Re potente con eserciti e armi, ma non aveva capito… Gesù è nato povero, è vissuto povero ed è morto povero. Era ricco e potente d’amore e di perdono. L’abbiamo capito in ritardo!!!
UNDICI: L’abbiamo capito in ritardo… ma lei non lo poteva conoscere!!!
ISAIA: Dio stesso ha fatto conoscere la sua potenza al mio cuore e io l’ho scritta in modo che tutti potessero capire .
DODICI: Lei è uno dei profeti più citati e più conosciuti, lo stesso Gesù usa le sue le sue parole per predicare. E’ contento di questo?
ISAIA: Sono molto fiero! In realtà Gesù conosceva molto bene tutto l’Antico Testamento. Andava al tempio e ascoltava, e poi Maria sua madre l’aveva educato a rispettare la legge e la Bibbia.
SEI: Anche la Chiesa di oggi usa molte espressioni e molti passi tratti dal suo libro! Soprattutto in questo periodo di Avvento!
ISAIA: La chiesa ha scelto come prime letture molti dei miei testi dove si parla dell’arrivo del Salvatore. Dove si dice di preparare la strada al Signore che viene, spianare montagne e innalzare le pianure!! Dove si chiede al Signore di tornare e mostrare il suo volto santo perché l’uomo si è perso e ha preso strade sbagliate.
SETTE: Queste parole ci invitano davvero a raddrizzare le nostre azioni. A cercare le strade giuste…
ISAIA: Molte volte prendere la strada giusta costa sacrificio. Le scorciatoie, gli inganni, le astuzie che ci portano a calpestare il prossimo sono molto allettanti, ci fanno l’occhiolino. Ma dobbiamo cercare sempre il Bene, anche quando ci costa fatica e sacrificio.
TREDICI: Certo che è dura prepararsi al Natale, quanto sacrificio!
ISAIA: Nooo. Vedrete che è solo l’apparenza. Scegliere il bene porta la felicità e la serenità, porta la pace nel cuore. Amare non è difficile, certe volte richiede impegno ma il risultato che poi si ottiene ripaga mille volte lo sforzo!! Abbiate fiducia!!!!
UNDICI: Grazie signor Isaia, grande profeta e pilastro della nostra religione, grazie per il messaggio che ci ha portato, grazie per l’annuncio di salvezza per tutta l’umanità. Buon Natale e buone feste anche a lei!!!
 

Intervista a Gesù Bambino

UNO: Buongiorno e benvenuti ad una puntata straordinaria di “Chiesa in Chiesa”; un programma che ci sta aiutando a capire meglio tante cose sulla nostra religione.
DUE: All’ultimo minuto abbiamo saputo che avremmo potuto intervistare nientepopodimeno che...
TRE: Rombino i tamburi, squillino le trombe!
DUE: Gesù Bambino in persona! Un grande applauso al nostro ospite!
GESU’: Grazie, grazie, troppo buoni!
TRE: Gesù Bambino, possiamo chiamarla solo Gesù? Non si offende?
GESU’: Certo che no, è il mio nome! Significa “Dio salva”.
QUATTRO: Un nome più che appropriato, mi pare! Però perché la chiamavano anche il Cristo o il messia?
GESU’: Quelli sono appellativi che mi sono stati dati durante e dopo la mia predicazione: Cristo significa “Eletto dl Signore”, mentre messia significa “Unto del Signore”, un altro modo per dire che Dio mi ha scelto. Gli ebrei, tra cui sono nato e cresciuto, erano e sono in attesa del messia annunciato dai profeti.
CINQUE: Io non ho mai capito bene questa cosa: ma tu sei ebreo oppure no?
GESU’: Sono nato da una donna ebrea, Maria, quindi sono ebreo per nascita. Da bambino sono stato educato e cresciuto come un ebreo: ho studiato la Bibbia e il lungo racconto della storia d’amore tra Dio e il suo popolo. Crescendo però ho capito che l’idea che gli uomini si erano fatta di Dio era sbagliata o parziale: io, che lo conosco bene, sapevo di essere stato mandato da mio Padre per raccontarvi com’è veramente Dio, per insegnarvi ad amarlo come merita. Chi mi segue non è quindi ebreo, ma cristiano, perché segue i miei insegnamenti.
CINQUE: Adesso è tutto più chiaro. Ma parliamo un po’ dei tuoi primi giorni qui con noi, o sarebbe meglio dire con i nostri avi che vivevano nella Palestina! Ma come sei finito a nascere in una grotta?
SEI: Ma no, era una capanna!
CINQUE: Una grotta!
GESU’: Calma, calma, non litigate: non è importante se fosse una capanna o una grotta, neanche i vangeli ne parlano!
SETTE: Come non ne parlano? Ma sei sicuro???
GESU’: Ahahahha! Certo che no, provate a leggere il brano che parla della mia nascita: il secondo capitolo di Luca. L’unica cosa di cui si parla è la (MANGIATOIA)
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OTTO: Cavolo, hai ragione!
CINQUE: Allora rifaccio al domanda: ma come sei finito a nascere in una mangiatoia?
OConnettore 1 2Connettore 1 3TTO: Ma dai, l’abbiamo appena letto! E’ nel vangelo di Luca:  ( Luca 2,7)






GESU’: Esatto.
NOVE: E come ti sei sentito? Avevi freddo? Era scomoda la mangiatoia? Il fieno ti faceva il solletico? C’erano davvero l’asino e il bue?
GESU’: Calma, calma! Beh, come per tutti i bambini, anche per me il parto è stato un’esperienza faticosa (lo sapete che tutti i bambini piangono appena nati?) e sentivo che Maria, mia mamma, era un po’ preoccupata, però è andato tutto bene, mi hanno avvolto in un mantello e, accanto a mia mamma e a Giuseppe, mi sentivo al sicuro.
DIECI: E gli angeli? E’ vero che cantavano?
UConnettore 1 4NDICI: Ma sì, lo dice qui, nel vangelo di Luca:  (Luca 2,13-14)


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DODICI: E i pastori? Quando sono arrivati cosa hanno detto?
GESU’: Hanno raccontato a mia mamma e a Giuseppe di aver visto e sentito degli angeli che parlavano di me e sono venuti pieni di curiosità. Poi sono andati a raccontarlo a tutti quelli che conoscevano.
TREDICI: Hai avuto un sacco di visite insomma!
GESU’: Sì, effettivamente è stato così!
DODICI: Gesù, ma perché quando parli di Maria dici “mia mamma” e quando parli di Giuseppe lo chiami per nome?
GESU’: Perché mio papà non è Giuseppe, ma Dio: c’è scritto anche nei vangeli di Luca e in quello di Matteo.
SEI: E’ vero, nel vangelo di Matteo si dice proprio questo: (Matteo, 1,25)
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UNDICI: Ma Giuseppe era bravo con te?
GESU’: E’ stato bravissimo: anche se non era il mio padre naturale, mi ha amato molto e anche io gli ho voluto molto bene. Mi ha cresciuto come fossi suo figlio ed è stato di grande aiuto per mia mamma Maria.
SETTE: Ma Gesù, perché il racconto di Luca è diverso da quello di Matteo?
GESU’: Perché ognuno dei due volevo sottolineare qualcosa di diverso: è come quando tu e i tuoi compagni andate a vedere un film o raccontate a vostra mamma di una festa a cui siete stati: ognuno vorrà raccontare la sua versione, quello che è piaciuto di più a lui o che lo ha colpito di più. Ricordatevi poi che quando sono stati scritti i vangeli era passato molto tempo dalla mia nascita e i ricordi potevano non essere proprio fedeli.
UNO: Caro Gesù, grazie per tutte le tue risposte! C’è qualcuno che vuole fare altre domande a Gesù?


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DUE: Allora salutiamo Gesù e lo ringraziamo per essere stato qui tra noi! Grazie Gesù, e torna a trovarci!
GESU’: Ogni volta che c’è Natale, io torno per voi. Ogni volta che lasciate il cuore aperto per me, io vengo a voi.


 

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