La vita di Gesù


LA VITA DI GESU’

Gesù ti ha amato e ha dato la vita per te, per darti la gioia vera, quella che non finirà mai.

Quando viveva sulla terra, quelli che lo vedevano, grandi e piccoli, imparavano tante cose dalle vicende della sua vita e dalle sue parole.

Vedendo Lui capivano che Dio è il Padre che ci ama; capivano che Gesù è il Figlio di questo Padre, Dio come il Padre, ma che è diventato uomo come noi per insegnarci ad amare il Padre e i fratelli.

Gesù ti ama ancora e ti è vicino e lo puoi incontrare nella Comunione.

Se non lo vedi con i tuoi occhi, puoi conoscere la sua storia e assistere, leggendo, alla sua vita. Coloro che sono vissuti con Lui, gli Apostoli, hanno narrato la sua vita, che ora si trova scritta nei quattro Vangeli.

Nell'attesa di leggerli e per meglio capire quando li senti leggere in Chiesa, prendi questo piccolo libro che due miei amici hanno scritto per te.

Leggilo, rileggilo e guardando le illustrazioni pensa a Lui, a Gesù. Così anche tu imparerai a conoscerlo e lo amerai sempre di più.

Tuo Don Enrico Galbiati

 

1 - L'ANNUNCIAZIONE A MARIA

La vita di Gesù inizia a Nazaret, un pae­sino della Galilea di appena qualche centina­io di abitanti, quasi duemila anni fa.

A Nazaret viveva una fanciulla dall'anima purissima, ma così umile e povera che nep­pure i suoi compaesani vi facevano caso. Il nome della fanciulla era Maria.

Maria era fidanzata ad un giovane fale­gname di nome Giuseppe, col quale aveva stabilito che la loro famiglia sarebbe stata consacrata totalmente a Dio.

Un giorno, mentre Maria era sola in casa, un Angelo di Dio si presentò a lei salutandola così: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te!».

A queste parole Maria si turbò, ma l'An­gelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco tu concepirai nel tuo seno, darai alla luce un figlio e lo chiamerai Gesù».

Poiché Maria aveva promesso, d'accordo con Giuseppe, di consacrare a Dio la propria verginità, chiese: «Come avverrà questo?».

L'Angelo le rispose: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, la Sua onnipotenza ti renderà madre e da te nascerà Gesù, il Figlio di Dio!».

Allora Maria, rassicurata, disse: «Ecco l'ancella del Signore: avvenga come tu hai detto».

A quelle parole la vergine Maria diventò la Madre di Gesù.

E l'Angelo si partì da Lei.

 

2 - LA NASCITA DI GESÙ


Era vicino il giorno della nascita di Gesù, quando Maria e Giuseppe dovettero recarsi a Betlemme, luogo d'origine delle loro fami­glie, per registrare il loro nome al censimento ordinato dall'imperatore Cesare Augusto.

Giunti a Betlemme, Giuseppe cercò subi­to un alloggio decoroso per la giovane sposa, ma, non trovandolo, dovette passare la notte fuori della città, in una stalla per animali.

Fu qui che nacque Gesù.

Appena lo ebbe fra le braccia, Maria adorò il Figlio di Dio che s'era fatto uomo, lo baciò, lo avvolse in fasce e lo depose sulla paglia della mangiatoia.

In quella stessa notte dei pastori che dormivano nelle vicinanze, avvisati da un Angelo, si recarono da Gesù neonato e gli offrirono i loro poveri doni, mentre schiere di Angeli cantavano: «Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e pace in terra agli uomini da Lui tanto amati».

Mentre avvenivano queste cose, alcuni sapienti, chiamati Magi, stavano arrivando dal lontano oriente sui loro cammelli, guidati da una stella misteriosa.

Giunti a Betlemme, la stella si fermò sul luogo dove era Gesù ed essi, entrati, videro il Bambino con Maria sua Madre, si prostraro­no davanti a Lui e lo adorarono. E aperti i loro scrigni gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

 

3 - LA VITA A NAZARET

Quando Gesù nacque, regnava in Giudea un uomo crudele e ambizioso di nome Erode. Egli aveva letto nella Bibbia che in quei giorni, a Betlemme, sarebbe nato un bambi­no destinato a regnare sul popolo. Trascinato dall'invidia, fece sgozzare tutti i bambini di Betlemme alai due anni in giù, nella speranza di uccidere anche Gesù.

Ma un Angelo mandato da Dio avvisò Giuseppe di fuggire con la famiglia in Egitto. E così Gesù fu salvo.

Dopo qualche tempo però, avendo saputo che Erode era morto, la sacra famiglia ritornò alla propria casa, a Nazaret.

Qui Gesù cresceva non solo in statura, ma in bontà e in sapienza. Ubbidiva con pron­tezza a San Giuseppe aiutandolo nel lavoro, ed era particolarmente affettuoso verso la sua Mamma, non perdendo occasione per esserle utile, sia nel trasportare l'acqua, sia nel tener pulita la casa od in qualsiasi altra cosa.

Gesù aveva 12 anni allorchè, mentre era a Gerusalemme con i genitori per celebrare la Pasqua, si fermò nel Tempio per ben tre gior­ni a pregare e a parlare con i Dottori della Legge.

Quando Maria e Giuseppe, angosciati, lo ritrovarono, gli dissero: «Figlio, perchè ci hai fatto questo?». Ma Gesù rispose loro: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».

Sono queste le prime parole che conoscia­mo di Gesù, con le, quali Egli si dichiara Fi­glio di Dio, e ci insegna che bisogna ubbidire prima a Dio che agli uomini.

E tornato a Nazaret visse sempre sotto­messo a loro.

 

4 - GESÙ BATTEZZATO DA GIOVANNI

Quando venne il tempo stabilito da Dio, Gesù - che aveva ormai più di 30 anni - la­sciò Nazaret e venne al fiume Giordano da Giovanni per essere battezzato da lui. Giovanni era un uomo santo che aveva passato la sua vita nel deserto in preghiera e penitenza, e che ora richiamava le folle alla conversione e le immergeva nelle acque del Giordano.

Questa immersione (in greco = battesi­mo) era un atto pubblico di penitenza che pe­rò non cancellava i peccati, come invece li cancellerà il Sacramento del Battesimo che Gesù avrebbe istituito più tardi.

Quando Giovanni vide tra la folla Gesù che chiedeva di essere battezzato, disse: «Ecco l'Agnello di Dio che prende su di se i peccati del mondo!». E poi, rivolto a Gesù: «Sono io che devo essere battezzato da te, e tu vieni a me?». Ma Gesù, benché innocente, volle unirsi ai peccatori e scese nell'acqua.

Ed ecco che in quel momento il cielo si aprì e si vide lo Spirito di Dio scendere come colomba su Gesù, mentre la voce di Dio Padre diceva dal cielo: «Questi è il Figlio mio, il Diletto, nel quale ho posto le mie compia­cenze».

 

5 - GESŪ CI PARLA DI DIO

Appena battezzato Gesù incominciò la missione che il Padre gli aveva affidato, di annunciare al mondo le verità divine.

Per questo chiamò vicino a se dodici uo­mini che lo seguissero sempre, per prepararli a continuare la sua missione. Due di essi, Pietro e Giovanni, li vediamo dietro l'albero, accanto a Gesù.

La prima cosa che Gesù insegnò alla gente è che Dio è nostro Padre e noi siamo suoi fi­gli. Egli ci ama e provvede a noi, e noi dob­biamo amarlo e abbandonarci a Lui.

Gesù diceva: «Osservate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono ne radu­nano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse voi più di lo­ro?».

E continuava: «Osservate i gigli del campo: non lavorano ne filano, eppure io vi dico che neppure Salomone fu mai vestito come uno di essi».

E concludeva: «Non vi affannate dunque dicendo: che mangeremo? di che ci vestire­mo ? perché il Padre vostro celeste sa che voi abbisognate di tutto questo. Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in soprappiù!». Se perciò vogliamo star bene anche su questa terra, dobbiamo per prima cosa amare Dio e fare la Sua volontà.

Se oggi nel mondo ci sono tante ingiustizie e tanti bambini che soffrono la fame, è perchè gli uomini non vogliono ascoltare queste pa­role di Gesù.

 

6 - GESÙ COMPIE I MIRACOLI

Gesù, per dimostrare alla gente che quanto insegnava era veramente parola di Dio, fece molti miracoli, cioè prodigi che solo Dio poteva fare, come la guarigione istanta­nea di malati e la risurrezione di morti. Il suo primo miracolo Gesù lo fece a Cana di Galilea.

Durante un banchetto nuziale venne a mancare il vino.

La Madre di Gesù, che era tra gli invitati, gli disse: «Non hanno più vino!». Poi disse ai servi: «Fate quello che Egli vi dirà».

Allora Gesù ordinò ai servitori di riempire d'acqua sei grossi vasi di pietra destinati alle abluzioni e ordinò di servirne il contenuto ai commensali.

Quale fu lo stupore dei servi quando, invece di acqua, versarono nei bicchieri del buon vino!

Un altro giorno, mentre Gesù era in viaggio con i suoi discepoli, un lebbroso tutto coperto di piaghe si gettò in ginocchio davanti a Lui dicendogli: «Se vuoi, tu puoi guarir­mi!».

Gesù, impietosito e vedendo tanta fede, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii guarito». E subito la lebbra spari da lui.

Vedendo questi ed altri miracoli la gente stupiva e lodava Dio dicendo: «Non abbiamo mai veduto nulla di simile!».

E molti cominciarono a credere in Lui. Purtroppo però la fama di Gesù comin­ciava ad attirargli l'invidia e le ostilità di molta gente, specialmente dei Capi dei giudei. Gesù infatti smascherava spesso la loro ipocrisia e la loro superbia che impediva loro di riconoscere in Lui il Messia e il Figlio di Dio.

Il loro odio contro Gesù giungerà a un tal punto da calunniarlo, fino a farlo condannare a morte. Ma di questo parleremo più avanti. 

 


7 - GESŪ PROCLAMA LE BEATITUDINI


Gesù era sempre circondato da una enorme folla che lo seguiva per ascoltare la sua parola e per essere guarita da Lui.

Un giorno, trovandosi su un monte della Galilea, e vedendo la grande moltitudine venuta per ascoltarlo, Gesù disse:

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli.

Beati i mansueti, perché possederanno la terra.

Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.

Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli».

Con queste parole Gesù proclama che il Regno di Dio appartiene «ai poveri e agli op­pressi», perché solo loro sono disponibili ad accoglierlo.

In tal modo Gesù si schiera dalla parte dei poveri: non però per guidarli alla conquista di una ricchezza terrena, ma per condurli all'amore e al possesso della ricchezza stessa di Dio, cioè del Regno dei Cieli.

 

8 - LE DUE VIE

Per far comprendere meglio alla gente il discorso delle Beatitudini, Gesù si serviva anche di similitudini e di parabole.

Un giorno raccontò la similitudine delle due vie, che vediamo illustrata nella figura.

Ogni uomo che vive su questa terra si tro­va di fronte a due vie: una larga e comoda che va in discesa, l'altra stretta e accidentata che va in salita.

La strada larga all'inizio è cosparsa di fiori, cioè di gioie sensuali e di peccati, ma conduce all'Inferno ove il diavolo e il fuoco eterno aspettano i disgraziati che l'hanno scelta.

La strada stretta, invece, all'inizio è poco invitante perché è cosparsa di pietre aguzze e circondata di spine, simbolo dei sacrifici necessari per praticare la virtù, ma conduce alla gioia vera ed eterna nel Regno di Dio, cioè in Paradiso.

Purtroppo la maggioranza degli uomini, ingannata dai piaceri terreni, si incammina sulla strada larga della perdizione, e solo pochi coraggiosi su quella della salvezza eterna.

Per questo Gesù insiste nel dirti: «Entra nella strada stretta che conduce alla vita: che ti servirebbe infatti guadagnare anche tutto il mondo se poi perdi eternamente nell'Inferno la tua anima?».

 

9 - LA CASA SULLA ROCCIA

Poiché molta gente lo ascoltava, ma pochi mettevano in pratica i suoi insegnamenti, Gesù raccontò la parabola delle due case.

«Chi ascolta le mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che edificò la sua casa sopra la roccia. Cadde la pioggia e vennero i fiumi e soffiarono i venti e irruppero su quella casa, ma essa non crollò perché era fondata sulla roccia.

Ma chiunque ascolta le mie parole e non le mette in pratica è simile a un uomo stolto che edificò la sua casa sopra la sabbia. Cadde la pioggia e vennero i fiumi e soffiarono i venti e irruppero su quella casa, e crollò, e la sua rovina fu grande!».

È bello e importante ascoltare Gesù, ma è assai più importante mettere in pratica le sue parole.

Diceva infatti Gesù: «Non chi dice (con la bocca) 'Signore! Signore!' entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, questi entrerà nel Regno dei cieli».

La volontà del Padre si fa osservando i suoi Comandamenti, le leggi che Gesù ci ha dato per mezzo della Chiesa e compiendo con esattezza i doveri del proprio stato.

 

10 - GESÙ PLACA LA TEMPESTA

Gesù dimostrava di essere Dio non solo guarendo miracolosamente i malati, ma anche comandando alle forze della natura, le quali gli obbedivano come al proprio Padro­ne.

Eccone un esempio.

Una sera, dopo aver predicato tutto il giorno sulla riva occidentale del Lago di Ge­nezaret, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passia­mo all'altra riva».

Allora i discepoli, congedata la folla, lo presero così com'era sulla barca, ed altre barche andarono con lui.

Quando le barche furono in mezzo al lago, si levò un vento impetuoso che spingeva le onde nella barca, fino a riempirla, mentre Gesù dormiva a poppa, appoggiato ad un cuscino.

Allora i suoi discepoli lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, salvaci, perchè stiamo per perire!». Ma Egli li rimproverò dicendo: «Perché avete paura, uomini di poca fede?». Quindi, alzatosi in piedi, comandò al vento e al lago: «Taci! Calmati!». E il vento cessò e il lago si fece calmo.

Poi, rivoltosi ai suoi discepoli, disse loro: «Perché siete così paurosi? Come mai non avete ancora fede in me?».

E i discepoli, sbigottiti e tremanti, dice­vano tra loro: «Chi è mai costui al quale obbediscono perfino i venti ed il mare?».

 

11 - LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI

Un altro giorno Gesù, volendo pregare in solitudine con i suoi discepoli, si portò sull'altra riva del Lago di Genezaret.

Però molti li videro partire e li riconobbe­ro e, accorrendo a piedi lungo la riva del lago, li aspettarono sull'altra sponda.

Quando Gesù sbarcò e vide tanta folla, ne ebbe compassione, perchè erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.


Facendosi ormai sera, i discepoli dissero a Gesù: «Rimandali a casa perchè possano ce­nare; è tutto il giorno infatti che non mangia­no!».

Gesù disse: «Dategli voi da mangiare». Gli rispose Andrea: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e dice pesci: ma co­s'è questo per tanta gente?».

Gesù allora comandò: «Fateli sedere!». Quando l'immensa folla di cinquemila uomini si fu seduta sull'erba, Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li fece distri­buire, e lo stesso fece dei pesci, finchè ne vollero.

E allorché tutti furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati per­ché nulla vada perduto». Li raccolsero, e ne riempirono dodici canestri!

Allora la gente, visto il grande miracolo che Gesù aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».

 

12 - GESÙ E PIETRO

Come già sappiamo, Gesù aveva scelto tra i suoi discepoli dodici uomini che avrebbero continuato la Sua missione, e che chiamò «Apostoli».

A capo dei dodici Apostoli mise Pietro, il pescatore della Galilea al quale aveva detto: «Io ti farò pescatore di uomini». Vediamo come.

Un giorno che Gesù si trovava con i suoi Apostoli nei paraggi di Cesarea di Filippo, chiese loro: «Voi chi dite che io sia?». A nome di tutti rispose Pietro dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!». Allora Gesù disse a Pietro: «E io ti dico che tu sei Pietro, e sopra questa «pietra» edificherò la mia Chiesa: e le porte dell'inferno non prevarran­no contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e ciò che legherai sulla terra sarà legato anche nei cieli; e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nei cieli».

Un'altra volta Gesù disse a Pietro: «Io ho pregato per te, perchè la tua fede non venga mai meno. Perciò sarai tu a confermare nella fede i tuoi fratelli».

Una terza volta, pochi giorni prima di salire al cielo, Gesù chiese per ben tre volte a Pietro se lo amava più di tutti gli altri. Ed alla triplice risposta di Pietro: «Si Gesù, tu sai tutto, tu sai che io ti amo!», Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli (i fedeli), pasci le mie pecorelle (gli Apostoli)».

In questo modo Gesù diede a Pietro il primato sugli altri Apostoli e lo elesse suo vi­cario nel governo della Chiesa.

 

13 - GESÙ E I BAMBINI


Un giorno Gesù prese con se gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte. Qui, sotto i loro occhi, si tra­sfigurò: il suo volto si mise a risplendere come il sole e le sue vesti divennero bianche come la neve, mentre una voce diceva: «Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo!».

Era la voce di Dio Padre che, come già aveva fatto nel battesimo, proclamava Gesù Suo Figlio e comandava che fosse ascoltato dagli uomini.

Sceso dal monte, Gesù continuò a com­piere miracoli e ad insegnare la parola di Dio. Una volta chiamò a se un bambino e mostrandolo alla gente disse: «In verità vi dico, se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli. Chi di voi accoglie anche uno solo di questi bambini, accoglie Me. Ma chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in Me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato negli abissi del mare!».

«Diventare come bambini» significa porre la fiducia delta propria salvezza non in se stessi, ma in Dio; «riceverli» significa aiutarli a conoscere e ad amare Gesù; «scandalizzarli» significa allontanarli dalla fede in Gesù e dalla osservanza dei suoi Comandamenti.

Alla fine Gesù, fattosi triste e severo in volto, disse: «Guai al mondo per gli scandali! E guai all'uomo per colpa del quale avvengo­no gli scandali!». 

 

14 - GESŪ INSEGNA A PREGARE

Gesù si raccoglieva spesso in preghiera, o da solo o con i suoi discepoli.

Una volta uno dei suoi discepoli gli domandò: «Signore, insegnaci a pregare».

Allora Gesù disse:

«Pregando, non dite molte parole come fanno i pagani, perchè il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che voi gliele chiediate. Voi dunque pregherete così:

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo Regno,

sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non lasciarci vincere dalla tentazione, ma -liberaci dal maligno».

Il Padre abita nelle nostre anime, ed è li che dobbiamo cercarLo e pregarLo. Quanto più ripeteremo al Padre che sta in noi questa preghiera, tanto più diventeremo intimi a Lui. I santi la recitavano lentamente, parola per parola, centinaia di volte, sco­prendovi sempre qualcosa di nuovo, fino ad arrivare alla più perfetta unione con Dio.

 

15 - LA PARABOLA DELL'AMICO INSISTENTE

Per insegnarci a pregare il Padre con fiducia e perseveranza, Gesù raccontò questa parabola: Un uomo andò a mezzanotte a bussare alla porta di un suo amico, dicendogli: «Pre­stami tre pani, perché un mio parente è arri­vato da un viaggio e non ho nulla da offrir­gli».

L'amico, dal di dentro, rispose: «Non mi seccare. La porta è già chiusa e i miei bambi­ni sono a letto con me: non posso alzarmi per darteli».

Ma quell'uomo continuò a battere la por­ta con tale insistenza che l'amico, se non per l'amicizia almeno per poter riposare, si alzò e lo esaudì.

Così io dico a voi: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce gli darà al posto del pesce una serpe? Se dunque voi, che siete cattivi, date cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vo­stro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano!».

Se il Padre è pronto a donarci lo Spirito Santo, che è lo stesso Dio, quanto più ci donerà tutte le altre cose che valgono infini­tamente meno di Lui!

 

16 - IL FIGLIOL PRODIGO

Per insegnarci la bontà del Padre celeste verso i suoi figli che hanno peccato ma che ritornano a Lui, Gesù raccontò questa bellis­sima parabola:

Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: «Padre, dammi la mia parte di eredità». Il padre gliela diede, ed il ragazzo partì per un paese lontano, e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.

Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora si mise a servizio di un abitante di quella regione che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto riempirsi lo stomaco con le carrube che mangiavano i porci, ma nessuno gliene dava.

Allora rientrò in se stesso e disse: «Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza, e io qui muoio di fame! Mi al­zerò, andrò da mio padre e gli dirò: "Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio, trattami come uno dei tuoi servi!"». E si mise in cammino per tornare dal pa­dre suo.

E mentre ancora stava lontano, suo padre lo vide e si commosse e, correndogli incontro, gli si gettò al collo e lo baciò teneramerite.

Il figlio disse: «Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te, non sono più degno di es­sere chiamato tuo figlio!».

Ma il padre comandò ai servi: «Presto, tirate fuori il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. E poi portate il vitello più grasso e uccidete­lo: mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto e l'ho ritrovato!».

 

17 - LA PECORELLA SMARRITA

Non solo Dio accoglie a braccia aperte il peccatore che ritorna a Lui, ma va Lui stesso a ricercarlo e a salvarlo.

Per insegnarci questo, Gesù raccontò la parabola della pecorella smarrita.

Un pastore aveva cento pecore che ogni mattino portava a pascolare sui monti ed al calar del sole riconduceva all'ovile.

Una sera, chiuso l'ovile e contate le peco­re, si accorse che ne mancava una.

Allora lasciò le novantanove al sicuro nel­l'ovile e partì alla ricerca della pecorella smarrita.

Percorse le montagne chiamandola per nome, salì sui dirupi a rischio della propria vita, finchè la vide impigliata tra i rovi e tutta sanguinante.

Allora la liberò dalle spine, se la strinse al seno, la baciò e pieno di gioia la riportò a casa.

E appena giunto a casa chiamò gli amici e disse loro:

«Facciamo festa, perchè ho ritrovato la mia pecorella che si era smarrita!».

Al termine del racconto Gesù disse: «Allo stesso modo vi dico che ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito che per novantanove giusti che non hanno biso­gno di conversione».

 

18 - IL CIECO NATO

Poco tempo prima di morire Gesù fece due grandi miracoli che convertirono a Lui molta gente, ma gli attirarono anche l'odio dei suoi nemici: la guarigione del cieco nato e la risurrezione dell'amico Lazzaro.

C'era a Gerusalemme un uomo cieco dalla nascita, conosciuto da tutti perché viveva chiedendo l'elemosina per le strade.

Un giorno Gesù e i suoi discepoli gli pas­sarono accanto, e i discepoli chiesero a Gesù: «Maestro, chi ha peccato perché nascesse cieco: lui o i suoi genitori?».

Gesù rispose: «Nè lui ne i suoi genitori, ma è così perchè si manifestino in lui le opere di Dio».

Detto questo, Gesù sputò in terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va a lavarti nella piscina di Siloe!».

Il cieco andò, si lavò e tornò che ci vedeva! La gente era meravigliata e, incredula, gli chiedeva: «Ma sei proprio tu il mendicante cieco?».

E lui: «Sì, sono io, ed ora ci vedo!». E tutta Gerusalemme parlava di ciò. Allora i Capi dei Farisei, che odiavano Gesù, cercarono, con promesse e minacce, di indurre quell'uomo a negare il miracolo, ma non vi riuscirono. Chiamarono anche i suoi genitori, ma essi pure confermarono che quello era proprio il loro figlio nato cieco, che ora ci vedeva. Alla fine, presi dal furore, lo insultarono e lo cacciarono fuori.

Gesù venne a sapere che lo avevano cac­ciato fuori e, incontratolo, gli chiese: «Credi tu nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in Lui?».

Gli disse Gesù: «Tu lo vedi: è colui che parla con te!».

Allora quell'uomo disse: «Io credo, Si­gnore!». E si prostrò davanti a Lui. 

 

19 - LA RISURREZIONE DI LAZZARO

I Vangeli ricordano tre risurrezioni ope­rate da Gesù, di cui due di fanciulli. Ma quella che più impressionò la gente fu la ri­surrezione del suo amico Lazzaro.

Il fatto avvenne a Betania, un ridente pa­esino a oriente di Gerusalemme, dove abita­vano Lazzaro e le sue sorelle Marta e Maria. Tutti e tre erano molto affezionati a Gesù e lo invitavano spesso a casa loro.

Un giorno Lazzaro si ammalò gravemen­te. Allora le due sorelle mandarono ad avvi­sare Gesù, che stava predicando nei villaggi vicini: ma Gesù non si mosse, e per due giorni restò dov'era. Al terzo giorno disse ai suoi discepoli: «Lazzaro è morto; e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate».

Gesù si mise dunque in viaggio verso Betania e, quando arrivò, Lazzaro era già morto da quattro giorni ed era stato rinchiuso nel sepolcro perchè già puzzava.

Appena saputo dell'arrivo di Gesù, Marta gli corse incontro e gli disse: «Signore, se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe mor­to... ». Gesù le rispose: «Tuo fratello risorge­rà». E Marta: «Lo so che risorgerà nella ri­surrezione dell'ultimo giorno!». Le rispose Gesù: «Io sono la Risurrezione e la Vita: chi crede in me, anche se muore, vivrà. Credi tu questo?». Marta rispose: «Si Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio!».

Allora Gesù, vedendo Marta e Maria che piangevano, si commosse e disse: «Dove lo avete deposto?». Gli dicono: «Signore, vieni a vedere». E Gesù pianse. Perciò i Giudei di­cevano: «Guarda come lo amava!».

Giunto al sepolcro, Gesù comandò: «To­gliete la pietra!». Tolsero dunque la pietra, e Gesù, alzati gli occhi al cielo disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dài ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che Tu mi hai mandato». E detto questo, a gran voce gridò: «Lazzaro, vieni fuori!». E il morto usci con i piedi e le mani avvolti in bende e il volto coperto da un sudario.

Gesù disse: «Scioglietelo e lasciatelo an­dare!». E molti credettero in Lui.

 
20 - L'ULTIMA CENA

 
DI GESŪ
Per Gesù si avvicinava intanto il giorno della morte. Allora invitò i suoi apostoli a consumare con Lui la cena pasquale, che sapeva essere l'ultima della sua vita.
Andarono perciò in una grande sala e prepararono per la cena. In tutti vi era una grande tristezza, soprattutto quando Gesù predisse il tradimento di Giuda e il rinnega­mento di Pietro. Poi si misero a tavola.
Ed ecco che, mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, detta la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Pren­dete e mangiate: questo è il mio Corpo». Poi, preso un calice, rese grazie e lo diede loro di­cendo. «Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remis­sione dei peccati». Ed aggiunse: «Fate questo in memoria di me!».
Con queste parole di Gesù, Dio onnipo­tente, il pane che aveva in mano divenne il Suo Corpo ed il vino che era nel calice diven­ne il Suo Sangue: è questa l'Eucaristia, su­prema manifestazione dell'amore di Dio verso di noi.
Cosi Gesù chiude l'antica alleanza che il popolo ebraico aveva stabilita con Dio immo­lando le vittime nel deserto del Sinai, e apre la «nuova ed eterna alleanza» di tutta l'uma­nità con Dio, immolando Se stesso come vittima perfetta.
*L'Eucaristia è la presenza reale di Gesù, con la sua Umanità e con la sua Divinità. Disse infatti: «Questo È il mio corpo».
*L'Eucaristia è il Sacrificio di Gesù, lo stesso sacrificio che consumerà il giorno dopo sulla croce, versando fino all'ultima goccia di sangue per la nostra salvezza. Disse infatti: «Questo è il mio sangue sparso per voi... ».
*L'Eucaristia è il Sacramento di Gesù nel quale i suoi amici si cibano di Lui per poter vivere unicamente per Lui. Disse infatti: «Prendete e mangiate...».
*L'Eucaristia è anche la sorgente del Sa­cerdozio ministeriale di Gesù, che perpetuerà il Suo Sacrificio (nella S. Messa), la Sua presenza (nel S.Tabernacolo) e il Suo sacra­mento (nella S.Comunione), fino alla fine del mondo. Disse infatti ai suoi apostoli: «Fate questo in memoria di Me».
 
21 - L'ULTIMO DISCORSO DI GESÙ
Terminata la cena pasquale, Gesù volle intrattenersi con i suoi Apostoli per dar loro gli ultimi ricordi.
Forse nel giardino del cenacolo c'era una pianta di vite. Gesù la fece notare agli apo­stoli e disse loro: «Io sono la vite e voi siete i tralci: come il tralcio non può portare frutto da sè se non rimane attaccato alla vite, così neppure voi se non rimarrete in Me. Infatti senza di me voi non potete far nulla».
E continuò: «Come il Padre ha amato me così io ho amato voi: rimanete nel mio amore! Rimarrete nel mio amore se osserverete i miei comandamenti: allora anche il Padre mio vi amerà e vi darà lo Spirito Santo. E verremo a voi e prenderemo dimora dentro di voi».
Con queste parole Gesù ci insegna che se osserveremo i suoi comandamenti saremo intimamente uniti a Lui e la Santissima Tri­nità verrà ad abitare in noi.
Poi Gesù disse: «Vi dò un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Da questo conosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri».
A questo punto Gesù si fece triste e disse: «Se il mondo vi odia, pensate che prima di voi ha odiato me; se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi. Ma fatevi animo: io ho già vinto il mondo!». Così parlò Gesù.
Quindi, alzati gli occhi al cielo, pregò il Padre per i suoi discepoli e per la sua Chiesa: «Padre, io voglio che tutti quelli che tu mi hai dati siano una cosa sola con me. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola!».
Poi Gesù si mosse, e con i suoi Apostoli uscì verso l'orto degli Ulivi.
 
22 - L'AGONIA DI GESÙ NELL'ORTO

Era già notte quando Gesù e gli Apostoli (solo Giuda si era allontanato per tradirlo) giunsero nell'orto degli Ulivi, appena fuori le mura della città.
Gesù disse loro: «Restate qui e pregate!». E presi con se Pietro, Giacomo e Giovanni cominciò a rattristarsi e a dire: «L'anima mia è tristissima, da morirne!».
Gesù disse queste parole perchè sapeva quale terribile morte lo attendeva, ma anche perché sentiva sopra di se il peso dei peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi.
E, fatto qualche passo innanzi, si gettò con il viso a terra pregando così: «Padre mio, se è possibile passi da me questo calice (cioè questa atroce sofferenza); però avvenga non come voglio io, ma come vuoi tu!».
E ripeteva continuamente questa preghie­ra finchè, entrato in agonia, il suo sudore divenne come gocce di sangue che scendevano giù sulla terra.
Intanto gli Apostoli, invece di pregare con lui, si erano addormentati; allora gli apparve un Angelo dal cielo, a confortarlo.
Ma ecco, improvviso, un rumore di passi e di armi: era Giuda, uno dei dodici, che guidava i soldati per arrestare Gesù.
Il traditore aveva dato loro questo segna­le: «Quello che bacerò è lui: prendetelo!».
E subito, avvicinatosi a Gesù, gli disse: «Salve, maestro!». E lo baciò.
E Gesù a lui: «Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?».
A quel segnale i soldati misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Allora tutti gli Apostoli fuggirono, lasciando Gesù solo.
E Giuda, preso dal rimorso e dalla dispe­razione, si uccise.
 
23 - GESÙ ABBRACCIA LA CROCE
Appena arrestato, Gesù fu legato e condotto, nel cuor della notte, dal Sommo Sacerdote Caifa per essere giudicato. Intanto Pietro aveva seguito Gesù fin nel cortile di Caifa, sperando di non essere rico­nosciuto. Ma una serva lo riconobbe e gli dis­se: «Tu eri con Gesù!». Ma Pietro, preso dalla paura, per tre volte rinnegò il Signore.
In quel momento Gesù veniva condotto in prigione. Passando accanto a Pietro si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi. Allora Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
Aperto il processo, Caifa chiese a Gesù: «Sei tu il Messia, il Figlio di Dio?». Gli rispo­se Gesù: «Sì, lo sono!». Allora Caifa si strac­ciò le, vesti in segno di scandalo dicendo: «Ha bestemmiato!». E tutti i giudici gridarono: «È reo di morte!».
Ma poiché la condanna a morte doveva essere confermata dal Governatore romano, di buon mattino i Capi dei giudei condussero Gesù da Pilato, che lo interrogò, ma lo trovò innocente e voleva liberarlo.
Era usanza liberare, per la festa della Pa­squa dei giudei, un condannato, a scelta del popolo. Pilato allora presentò alla folla, insieme a Gesù, un malfattore omicida odiato da tutti di nome Barabba, e chiese: «Chi dei due volete che vi liberi?», sperando in cuor suo che liberassero Gesù. Ma la folla volle liberare Barabba.
Pilato allora, nell'estremo tentativo di commuovere la folla fece flagellare Gesù da­vanti agli occhi di tutti. I soldati presero poi delle spine, ne fecero una corona e gliela mi­sero sul capo. Quindi Pilato mostrò Gesù tutto sanguinante al popolo dicendo: «Ecco l'uomo!». Ma la folla, invece di impietosirsi gridò ancora più forte «Alla croce, alla croce! Egli si è dichiarato Re, e chi si dichiara Re è nemico dell'Imperatore di Roma!».
Udito ciò Pilato, temendo di cadere in disgrazia dell'Imperatore, si lavò le mani davanti al popolo dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto: ve la vedrete voi!». E tutto il popolo rispose: «Il  suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli!».
Cosi Pilato lasciò libero Barabba e conse­gnò Gesù ai soldati perché fosse crocifisso. Allora Gesù si avvicinò alla croce prepa­rata per lui e la prese sulle, sue spalle.
 
24 - GESÙ SALE IL CALVARIO
Tra gli scherni della folla e le invettive dei soldati Gesù fu condotto fuori della città, fino a un piccolo promontorio, chiamato Calvario, dove si solevano crocifiggere i malfattori. Lungo il tragitto, poiché Gesù era sfinito e cadeva frequentemente sotto la croce, i sol­dati obbligarono un uomo di Cirene, di nome Simone, a portare la croce di Gesù.
Lo seguivano due malfattori, per essere giustiziati con lui, e una gran folla di popolo e di donne che piangevano e lo compassionava­no. Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me ma su voi stesse e sui vostri figli; perché se trattano così l'innocente, che accadrà ai peccatori?».
Fu in questo breve tragitto che Gesù in­contrò la sua Madre, affranta dal dolore e impotente ad aiutare il suo Figlio se non con la presenza e con l'amore.
Appena giunti al luogo della esecuzione, Gesù fu spogliato delle sue vesti e inchiodato al legno della croce per le mani ed i piedi.
Insieme con lui furono crocifissi anche i due malfattori, uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra.
 
25 - GESÙ MUORE SULLA CROCE
Erano circa le nove del mattino quando lo crocifissero.
Gesù, pur tra i dolori più atroci, conti­nuava a dire: «Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno!»..
La gente che passava lo insultava e scrollava il capo dicendo: «Ha salvato gli altri e non può salvare se stesso!».
E anche uno dei due ladroni crocifissi con lui lo insultava gridando: «Salva te stesso e poi anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava dicendo: «Neppure tu temi Dio? Noi abbiamo ricevuto il giusto castigo delle nostre azioni, ma Lui non ha fatto nulla di male!». E poi, volgendosi a Gesù, gli chiese: «Gesù, ricor­dati di me quando entrerai nel tuo regno...». Gesù gli rispose: «In verità ti dico: oggi stesso sarai con me in Paradiso!».
Ai piedi della croce di Gesù stavano la sua Madre ed alcune donne, tra le quali Maria Maddalena, e l'apostolo Giovanni.
Ora Gesù, veduta la sua mamma e accanto a lei il discepolo prediletto, disse alla Madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi, rivolto a Giovanni, disse: «Ecco la tua Madre!». E da quel momento il discepolo la prese in casa con se.
Dopo questo Gesù esclamò: «Ho sete!». Gesù aveva sete delle nostre anime, ma i soldati inzupparono una spugna nell'aceto e con un bastone gliela portarono alla bocca. Poi Gesù disse: «Tutto è compiuto. Padre, nelle tue mani abbandono l'anima mia!».
E detto questo, spirò. Erano le ore 15 di venerdì 7 Aprile dell'anno 778 di Roma. Subito dopo la morte di Gesù, un soldato romano, per accertarsi che fosse veramente morto, con una lancia gli trafisse il cuore. E ne uscì sangue misto ad acqua.
Poi il corpo di Gesù fu staccato dalla croce, avvolto in un sudario e fasciato, come era d'uso. Quindi fu deposto in un sepolcro scavato nella roccia che fu subito chiuso con una grande pietra.
 
26 - GESŪ RISORGE
DALLA MORTE
Appena Gesù fu sepolto, i capi di Giudei (ricordandosi che Gesù aveva predetto la sua risurrezione) sigillarono la grande pietra e vi misero a guardia dei soldati che vi restarono per tutta la notte, per tutto il giorno dopo e per la notte successiva.
Ma la mattina del terzo giorno un Angelo del Signore scese dal cielo, rovesciò la grande pietra e vi si sedette sopra, mentre Gesù, ri­acquistata la vita, usciva glorioso dal sepol­cro, come aveva promesso.
Qualche ora più tardi, le pie donne ami­che della Madre di Gesù andarono al sepol­cro; ma quale fu il loro stupore nel trovare la pietra rovesciata ed il sepolcro vuoto!
Ma l'Angelo del Signore disse loro: «Non temete! Voi cercate Gesù, il crocifisso: è risorto, non è qui. Andate da Pietro e dagli Apostoli e dite loro che li aspetta in Galilea». Avuta la notizia, Pietro e Giovanni corse­ro al sepolcro e videro le fasce ancora avvolte al loro posto, mentre il lenzuolo giaceva a parte: e tutti e due credettero nella parola di Gesù che aveva detto: «Il terzo giorno io risorgerò!».
La prima persona che vide Gesù risorto fu certamente sua Madre: lo vide bellissimo e pieno di gloria, con ancora le piaghe nelle mani, nei piedi e nel costato, ma luminose e raggianti come segni di vittoria.
Poi Gesù apparve a Maria Maddalena e alle altre pie donne, ed anche a due discepoli che, desolati per la morte del Maestro, stavano ritornando al loro paese.
Infine apparve agli Apostoli stessi. Vediamo come.
 
27 - GESÙ APPARE AGLI APOSTOLI NEL CENACOLO
Intanto gli Apostoli, per paura dei Giu­dei, si erano asseragliati nel cenacolo.
Era la sera del giorno stesso della risurre­zione, quand'ecco Gesù viene, a porte chiuse, e dice loro: «Pace a voi!».
Poi, vedendoli spauriti, mostra loro le piaghe dicendo: «Perché vi turbate e dubita­te? Guardate e toccate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!».
E i discepoli gioirono nel vedere il Signore.
Gesù riprese: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così io mando voi, Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete non saranno rimessi».
Quando venne Gesù, mancava l'apostolo Tommaso. Gli dissero allora gli altri Aposto­li: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito al posto dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò!».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; Stendi la mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù allora gli disse: «Perché mi hai veduto hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto, crederanno!».
 
28 - GESÙ APPARE AGLI APOSTOLI IN GALILEA
Dopo questi fatti, Gesù Risorto si mani­festò moltissime altre volte ai suoi discepoli. Una volta si mostrò a più di cinquecento per­sone contemporaneamente, per confermarle nella fede in Lui.
Ma due apparizioni, avvenute in Galilea, sono della massima importanza per noi.
La prima avvenne sulla riva occidentale del lago di Genezaret.
Gli Apostoli stavano rientrando dalla pesca, quando videro sulla riva del lago Gesù che li aspettava.
Mangiarono insieme del pesce arrostito senza dir parola; poi Gesù, rivolgendosi a Pietro, disse: «Mi ami tu più di costoro?». Pietro rispose: «Sì, Signore, tu sai che io ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gesù chiese di nuovo a Pietro: «Mi ami?». Gli ri­spose: «Certo, Signore, tu sai che io ti amo!». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Per la terza volta Gesù gli chiese: «Mi ami davvero?». Pietro, ricordandosi del suo triplice rinnega­mento, rimase addolorato che per la terza volta Gesù gli chiedesse se Lo amava, e gli disse: «Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti amo!». Gli disse Gesù: «Pasci le mie pecorel­le!».
Gli agnelli sono i fedeli, le pecorelle gli Apostoli. Cosi Gesù volle dare a Pietro il primato sui Vescovi e il governo di tutta la Chiesa.
La seconda apparizione nella Galilea avvenne su un monte. Quando gli Apostoli vi giunsero, videro Gesù che li aspettava, e si prostrarono davanti a Lui.
Egli disse loro: «Ogni potere mi è stato dato in Cielo e sulla terra: andate dunque e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto io vi ho comandato. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato».
Con queste parole Gesù istituì il Sacra­mento del Battesimo e diede agli Apostoli la missione di predicare il Vangelo.
Poi disse: «Ecco: io sono con voi per sempre, fino alla fine del mondo!».
 
29 - GESÙ ASCENDE AL CIELO
L'ultimo incontro di Gesù con gli Apostoli avvenne a Gerusalemme, ancora in quel ce­nacolo ove Gesù aveva istituito i Sacramenti della Eucaristia e della Penitenza. Qui disse loro: «Le Sacre Scritture avevano profetizzato che io dovessi soffrire, morire e risuscitare il terzo giorno; e che nel mio nome si dovesse predicare la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti. Ebbene, voi siete i te­stimoni di tutte queste cose».

 

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