martedì 17 novembre 2015


Messaggio per la 4ª Giornata per la salvaguardia del creato

(1° settembre 2009)




Laudato si’, mi’ Signore…per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento”




È questo l’invito alla lode al Signore per il dono dell’aria, fonte di vita per tutte le creature, che San Francesco proclama nel Cantico delle Creature: lodiamo Dio Creatore per gli innumerevoli doni del suo amore, sull’esempio del Santo di Assisi, patrono d’Italia, nella ricorrenza centenaria della presentazione della Regola a papa Innocenzo III, avvenuta nel 1209.

In occasione della quarta Giornata per la salvaguardia del creato, proponiamo all’attenzione delle comunità ecclesiali il rinnovato impegno e l’attenzione per quel bene indispensabile alla vita di tutti che è l’aria. Riflettiamo sulla necessità di respirare aria più pulita e sul nostro contributo personale perché ciò avvenga. Riflettiamo pure sull’eventualità che gli elementi naturali possono dar luogo a catastrofi, ma soprattutto guardiamo ad essi con il cuore colmo di lode a Dio. Riscopriamo, anzi, in essi le sue stesse orme, secondo l’indicazione dell’episodio biblico di Elia sull’Oreb: egli incontra Dio non nel vento impetuoso e gagliardo, né nel terremoto né nel fuoco, ma nel vento leggero (1Re 19,11-12). Guardiamo alle realtà del creato con quella purezza di cuore, invocata da Gesù nelle beatitudini (cfr. Mt 5,8), che giunge a vedere i doni di Dio in ogni luogo, anche nei gigli del campo e negli uccelli dell’aria (cfr. Lc 12,22-31).

1. Lo Spirito di Dio




L’aria che respiriamo è collegata con la vita. Soltanto quando respiriamo siamo in vita. Il libro della Genesi afferma: “il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (2,7). Anzi, in Dio stesso la terza Persona è lo Spirito che dà la vita. Il venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II, nell’udienza generale del 2 agosto 2000, spiegando il rapporto del Dio Trino con tutto il creato, diceva dello Spirito Santo: “Alla luce della fede cristiana, la creazione evoca in modo particolare lo Spirito Santo nel dinamismo che contraddistingue i rapporti tra le cose, all’interno del macrocosmo e del microcosmo, e che si manifesta soprattutto là dove nasce e si sviluppa la vita… Ogni forma di vita, di animazione, di amore, rinvia in ultima analisi a quello Spirito, di cui la Genesi dice che «aleggiava sulle acque» (Gen 1,2) all’alba della creazione e nel quale i cristiani, alla luce del Nuovo Testamento, riconoscono un riferimento alla Terza Persona della Santissima Trinità”.

Gesù Cristo, che nella sua morte “gridò a gran voce ed emise lo spirito” (Mt 27,50) e “consegnò lo spirito” (Gv 19,30), apparve dopo la sua risurrezione ai discepoli e alitò su di loro, donando il suo Spirito in vista della remissione dei peccati e della riconciliazione con tutto il creato. Nel giorno della Pentecoste, poi, questo Spirito venne su tutti come vento impetuoso, per trasformare i cuori, per infondere coraggio e per creare comunione e solidarietà.

San Paolo, nell’ottavo capitolo della lettera ai Romani, presenta lo Spirito divino che abita in noi e che ci libera dalle tendenze del peccato, rendendoci figli adottivi del Padre. Nel contempo, parla del gemito della creazione per le conseguenze del peccato e dei credenti, che hanno già le primizie dello Spirito e pure gemono interiormente. Tutto il creato soffre come nelle doglie del parto in attesa di essere un giorno reso partecipe della gloria dei figli di Dio. E lo stesso Spirito di Dio viene in aiuto alla nostra debolezza e intercede per noi con gemiti inesprimibili.

2. “Conversione ecologica”




Viviamo in un mondo contrassegnato dal peccato e nel contempo già redento e avviato a un processo di trasformazione, finché un giorno, da Colui che fa nuove tutte le cose (Ap 21,5), ci sarà dato un cielo nuovo e una terra nuova (Ap 21,1). La crisi ecologica appare come un momento di questo processo: è conseguenza del peccato se la rete delle relazioni con il creato appare lacerata e se gli effetti sul cambiamento climatico sono innegabili, se proprio l’aria - così necessaria per la vita - è inquinata da varie emissioni, in particolare da quelle dei cosiddetti “gas serra”. Se, però, prendiamo coscienza del peccato, che nasce da un rapporto sbagliato con il creato, siamo chiamati alla “conversione ecologica”, secondo l’espressione di Giovanni Paolo II.

Il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa segnala la necessità di considerare “i rapporti tra l’attività umana e i cambiamenti climatici che, data la loro estrema complessità, devono essere opportunamente e costantemente seguiti a livello scientifico, politico e giuridico, nazionale e internazionale. Il clima è un bene che va protetto e richiede che, nei loro comportamenti, i consumatori e gli operatori di attività industriali sviluppino un maggior senso di responsabilità” (n. 470). Il principio di precauzione ricorda che – anche laddove la certezza scientifica non fosse completa – l’ampiezza e la gravità delle possibili conseguenze (molte delle quali si stanno già manifestando) richiedono un’azione incisiva. Una tempestiva riduzione delle emissioni di “gas serra” è, dunque, una precauzione necessaria a tutela delle generazioni future, ma anche di quei poveri della terra, che già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici.

Occorre, dunque, un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell’uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l’uso dell’energia stessa – a partire dalla progettazione degli edifici stessi - e valorizzando le energie pulite e rinnovabili. Il Santo Padre Benedetto XVI ha richiamato a uno stile di vita più essenziale, come espressione di “una disciplina fatta anche di rinunce, una disciplina del riconoscimento degli altri, ai quali il creato appartiene tanto quanto a noi che più facilmente possiamo disporne; una disciplina della responsabilità nei riguardi del futuro degli altri e del nostro stesso futuro” (Incontro con il clero di Bressanone, 6 agosto 2008).




3. Giustizia e sostenibilità




L’impegno per la tutela della stabilità climatica è questione che coinvolge l’intera famiglia umana in una responsabilità comune, che pone anche una grave questione di giustizia: a sopportarne maggiormente le conseguenze sono spesso le popolazioni a cui è meno imputabile il mutamento climatico. Anche questo rende particolarmente importante la Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, che si svolgerà nel mese di dicembre a Copenaghen e nella quale la comunità internazionale dovrà definire le linee di un’efficace azione di contrasto del riscaldamento del pianeta per i prossimi decenni. Occorrerà, in particolare, una chiara disponibilità dei paesi più industrializzati – anzitutto quelli dell’Unione Europea – all’assunzione di responsabilità, muovendo i primi passi in un cammino che non potrà comunque raggiungere i propri obiettivi senza il contributo di tutti. Neppure il peso della crisi economico-finanziaria che investe l’intera comunità internazionale può esonerare da una collaborazione lungimirante per individuare e attivare misure efficaci a garantire la stabilità climatica: è un passaggio cruciale per verificare la disponibilità della famiglia umana ad abitare la terra secondo giustizia.

In quanto credenti, siamo chiamati a un particolare impegno di custodia del creato, perché l’essere cristiani implica sempre e comunque una precisa responsabilità nei riguardi della creazione. «Il creato geme – lo percepiamo, quasi lo sentiamo – e attende persone umane che lo guardino a partire da Dio» (Benedetto XVI, Incontro con il clero di Bressanone).

San Francesco d’Assisi, cantore della creazione, ci aiuti in questo impegno quotidiano.




Roma, 1° maggio 2009







La Commissione Episcopale La Commissione Episcopale

per i problemi sociali e il lavoro, per l’ecumenismo e il dialogo

la giustizia e la pace


giovedì 12 novembre 2015

Giubileo della Misericordia



La Santa Sede e il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco: quali sono le 10 cose da sapere? Le hanno spiegate nella conferenza stampa di presentazione Monsignor Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e Monsignor Graham Bell, Sottosegretario del medesimo Pontificio Consiglio.
1) NESSUN CONFRONTO CON IL GIUBILEO DEL 2000
E’ bene ribadire che il Giubileo della Misericordia non è e non vuole essere il Grande Giubileo dell’Anno 2000. Ogni confronto è privo di significato perché ogni Anno santo porta con sé la sua peculiarità e le finalità proprie. Il Papa desidera che questo Giubileo sia vissuto a Roma così come nelle Chiese locali; questo fatto comporta un’attenzione particolare alla vita delle singole Chiese e alle loro esigenze, in modo che le iniziative non siano un sovrapporsi al calendario, ma tali da essere piuttosto complementari.
2) LA PORTA DELLA MISERICORDIA
Per la prima volta nella storia dei Giubilei viene offerta la possibilità di aprire la Porta Santa – Porta della Misericordia – anche nelle singole diocesi, in particolare nella Cattedrale o in una chiesa particolarmente significativa o in un Santuario di particolare importanza per i pellegrini.
3) INIZIO NEL GIORNO DELL'IMMACOLATA
Le due date indicative saranno l’8 dicembre 2015 solennità dell’Immacolata Concezione che segna l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro e il 20 novembre 2016, Solennità di Gesù Cristo Signore dell’Universo, che costituisce la conclusione dell’Anno Santo. All’interno di queste due date si sviluppa un calendario di celebrazioni con differenti eventi.
4) GIUBILEO TEMATICO
La storia dei Giubilei si caratterizza per la scadenza dei 50 e dei 25 anni. I due Giubilei straordinari hanno rispettato la scadenza dell’anniversario della redenzione compiuta da Cristo (1933, 1983). Questo è invece un Giubileo tematico. Si fa forte del contenuto centrale della fede e intende richiamare la Chiesa alla sua missione prioritaria di essere segno e testimonianza della misericordia in tutti gli aspetti della sua vita pastorale.
5) MISERICORDIA E CONVERSIONE
Il tema della Misericordia con la quale Papa Francesco ha immesso la Chiesa nel cammino giubilare potrà essere un momento di vera grazia per tutti i cristiani e un risveglio per continuare nel percorso di nuova evangelizzazione e conversione pastorale che il Papa ha indicato.
6) DIALOGO CON LE ALTRE FEDI
In tal senso, è centrale il richiamo fatto da Papa Francesco all’Ebraismo e all’Islam per ritrovare proprio sul tema della Misericordia la via del dialogo e del superamento delle difficoltà che sono di dominio pubblico.
7) I MISSIONARI DELLA MISERICORDIA 
Un ulteriore tratto di originalità del Giubileo è offerto dai Missionari della Misericordia. Papa Francesco darà loro il mandato il Mercoledì delle Ceneri con la celebrazione in san Pietro. I Missionari dovranno essere sacerdoti pazienti, capaci di comprendere i limiti degli uomini, ma pronti ad esprimere l’afflato del buon Pastore, nella loro predicazione e nella confessione.
8) IL SIGNIFICATO DEL LOGO
Il logo è opera di p. M. I. Rupnik. L’immagine, molto cara alla Chiesa antica, che indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione, propone il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita.
9) IL MOTTO DELL'EVENTO
Nel motto del logo, tratto da Lc 6,36, "Misericordiosi come il Padre", si propone di vivere la Misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura (cfr Lc 6,37-38).
10) PORTALE INTERNET IN 7 LINGUE
Il sito internet ufficiale del Giubileo è: www.iubilaeummisericordiae.va, accessibile anche all’indirizzo www.im.va. Il sito è disponibile in sette lingue: Italiano, Inglese, Spagnolo, Portoghese, Francese, Tedesco e Polacco. Nel sito si potranno trovare le informazioni ufficiali sul calendario dei principali eventi pubblici, le indicazioni per la partecipazione agli eventi con il Santo Padre e ogni altra comunicazione ufficiale relativa al Giubileo

lunedì 9 novembre 2015

Il 1° settembre la Giornata mondiale per la cura del creato


Si celebrerà ogni anno il primo giorno di settembre. Si tratta di una giornata con carattere ecumenico perché nella stessa data la celebra anche la Chiesa ortodossa. Papa Bergoglio parla di «passione per la cura del Creato», alimentata dal «ricco patrimonio spirituale cristiano». E il Papa esorta tutti a considerarla una «preziosa opportunità per chiedere perdono dei peccati commessi contro il mondo in cui viviamo».


martedì 3 novembre 2015

Gesù pensaci Tu!




Gesù Pensaci Tu !

Perché vi confondete agitandovi?
Lasciate a me la cura delle vostre cose
e tutto si calmerà.
Vi dico in verità che ogni atto di vero,
cieco e completo abbandono in me,
produce l'effetto che desiderate
e risolve le situazioni spinose.
Abbandonarsi a me non significa
arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi,
volgendo poi a me una preghiera agitata, perché io segua voi,
e cambiare così l'agitazione in preghiera.

Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima,
stornare il pensiero dalla tribolazione
e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare,
come bimbi addormentati nelle braccia materne, all'altra riva.
Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso
è il vostro ragionamento, il vostro pensiero,
il vostro assillo ed il volere ad ogni costo
provvedere voi a ciò che vi affligge.
Quante cose io opero quando l'anima,
nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali,
si volge a me, mi guarda, e dicendomi
" PENSACI TU ",
chiude gli occhi e riposa !




Avete poche grazie quando vi assillate per produrle;
ne avete moltissime quando in preghiera
è un affidamento pieno a me.
Voi nel dolore pregate, perché lo tolga,
ma perché lo tolga come voi credete...
Vi rivolgete a me,
ma volete che io mi adatti alle vostre idee;
non siete infermi che domandano al medico la cura,
ma gliela suggeriscono.

Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater:
" SIA SANTIFICATO IL TUO NOME ",
cioè sii glorificato in questa mia necessità,
" VENGA IL TUO REGNO ",
cioè tutto concorra al Tuo Regno in noi e nel mondo;
" SIA FATTA LA TUA VOLONTA' ",
ossia pensaci Tu.
lo intervengo con tutta la mia onnipotenza
e risolvo le situazioni più chiuse.
Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere ?
Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia:
"Sia fatta la Tua volontà, pensaci Tu".
Ti dico che io ci penso, e che intervengo come medico,
e compio anche un miracolo quando occorre.
Tu vedi che l'infermo peggiora ? Non ti sconvolgere;
chiudi gli occhi e dì: " PENSACI TU " !
Ti dico che io ci penso.
E' contro l'abbandono la preoccupazione, l'agitazione
e il voler pensare alle conseguenze di un fatto.
E' come la confusione dei fanciulli quando pretendono
che la mamma non pensi alle loro necessità,
e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee
e i loro capricci infantili il suo lavoro.
Chiudete gli occhi
e lasciatevi portare dalla corrente della mia grazia,
chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare,
chiudete gli occhi e non pensate al momento presente,
stornando il pensiero dal futuro come da una tentazione.
Riposate in me credendo alla mia bontà
e vi giuro per il mio amore che,
dicendomi, con queste disposizioni:
" PENSACI TU ", io ci penso in pieno,
vi consolo, vi libero, vi conduco.
E quando debbo portarvi in una via
diversa da quel che vedete voi,
io vi addestro, vi porto nelle mie braccia,
poichè non c'è medicina più potente
di un mio intervento d'amore...
Ci penso solo quando chiudete gli occhi.
Voi siete insonni, voi volete tutto valutare,
tutto scrutare, a tutto pensare,
e vi abbandonate così alle forze umane,
o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento.
E' questo che intralcia le mie parole e le mie vedute.
Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi
e come mi accoro nel vedervi agitati !
Satana tende proprio a questo:
ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione
e gettarvi in preda alle iniziative umane.
Confidate perciò in me solo, riposate in me,
abbandonatevi a me in tutto.
Io faccio miracoli in proporzione al pieno abbandono in me,
e del nessun affidamento in voi:
io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà !

Se avete vostre risorse, anche in poco,
o se le cercate; siete nel campo naturale,
seguite quindi il percorso naturale delle cose
che è spesso intralciato da Satana.
Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli,
neppure fra i Santi.
Opera divinamente chi si abbandona a Dio.
Quando vedi che le cose si complicano,
dì con gli occhi dell'anima chiusi:
" GESU' PENSACI TU ".
E distraiti, perchè la tua mente è acuta....
per te è difficile vedere il male.
Confidare in me stesso, distraendoti da te stesso.
Fa così per tutte le tue necessità.
Fate così tutti e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli.
Ve lo giuro per il mio Amore.
Io ci penserò, ve lo assicuro.
Pregate sempre con questa disposizione di abbandono,
e ne avrete grande pace e grande frutto,
anche quando io vi faccio la grazia dell'immolazione
di riparazione e di amore che impone la sofferenza.




Ti sembra impossibile?
Chiudi gli occhi e dì con tutta l'anima:
" GESU' PENSACI TU ".
Non temere ci penso io.
E tu benedirai il tuo nome umiliando te stesso.
Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono;
ricordalo bene.
Non c'è novena più efficace di questa:
"O GESU', MI ABBANDONO IN TE, PENSACI TU "
Abbandonati al mio Cuore.... e vedrai.
Voglio che tu creda nella mia onnipotenza,
e non nella tua azione:
che tu cerchi di mettere in azione me, non te negli altri.

Tu cerca la mia intimità, esaudisci il mio desiderio di averti,
di arricchirti, di amarti come voglio.
Lasciati andare, lasciami riposare in te,
lasciami sfogare su di te continuamente la mia onnipotenza.



Se tu rimarrai vicino a me
non ti preoccuperai di fare per conto tuo,
di correre per uscire, di dire di aver fatto,
mi dimostrerai che credi nella mia onnipotenza
e io lavorerò intensamente con te quando parlerai, andrai,
lavorerai, starai in preghiera o dormirai perchè
"ai miei diletti dò il necessario anche nel sonno"
(SALMO 126)Se starai con me senza voler correre,
nè preoccuparti di cosa alcuna per te,
ma la rimetterai con totale fiducia a me,
io ti darò tutto quello che ti necessita,
secondo il mio disegno eterno.
Ti darò i sentimenti che voglio da te,
ti darò una grande compassione verso il tuo prossimo
e ti farò dire e fare quello che io vorrò.
Allora la tua azione verrà dal mio Amore.
Io solo, non tu con tutta la tua attività,
potrò fare dei figli nuovi, che nascono da me.
Io ne farò tanti di più tanto più tu
vorrai essere un vero figlio quanto il mio Unigenito,
perchè lo sai che:
"se farai la mia volontà mi sarai fratello, sorella e madre"
per generarmi negli altri, perchè io produrrò nuovi figli,
servendomi di veri figli.
Quello che tu farai per riuscire è tutto fumo
in confronto a quello che faccio io
nel segreto dei cuori per quelli che amano.
" Rimanete nel mio amore... se rimarrete in me
e rimangono in voi le mie parole,
chiedete quello che volete e vi sarà dato. "
(Gv.15,7)



domenica 1 novembre 2015

1/2 Novembre....Santi e Defunti



Signore della vita, 
 
tu ci doni tanti giorni in questo mondo
 
per preparaci all’incontro con te nell’eternità.


Tu hai vinto la morte, 
 
ma noi, nonostante la fatica della vita,
 
abbiamo paura di morire,
 
ma tu donaci la grazia di saper soffrire
 
patire e morire in pace con Dio.


Come te che di fronte all’imminente morte in Croce
 
ti sei rivolto al Padre chiedendo 
 
se era possibile che passasse quel calice amaro
 
della Passione, 
 
fa che quanti hanno fede in te 
 
possano ottenere la grazia di soffrire di meno
 
guardando alla tua croce e alla tua morte in Croce.


Signore della vita, noi sappiamo che la morte
 
non è l’ultima parola per ogni persona che viene in
 
questo mondo,ma è il passaggio alla gloria del cielo,
 
all’eternità,in attesa del giudizio universale e della
 
 risurrezione finale dei nostri corpi mortali.


In questi giorni di maggiore preghiera
 
per i nostri cari e per tutti i defunti
 
concedi a quanti sono in attesa 
 
di incontrarti per sempre in Paradiso, 
 
di ottenere questa grazia 
 
per la nostra umile ed incessante preghiera 
 
che eleviamo a te per i nostri cari,
 
per quanti sono dimenticati 
 
e soprattutto per le anime sante 
 
più abbandonate del Purgatorio.


Ti preghiamo per i bambini mai nati,
 
perché l’egoismo e la paura dei grandi
 
ha stroncato la loro vita sul nascere.
 
Ti preghiamo per i bambini appena nati 
 
e che non avanzarono nel tempo dell’età
 
perché nell’indifferenza dei grandi della terra
 
morirono per la miseria, fame e povertà di ogni
 
genere.


Ti preghiamo per le vittime di tutte le guerre 
 
e delle nostre guerre odierne, 
 
quelle combattute nel nome di una presunta libertà
 
dell’uomo  e quelle combattute volutamente per
 
offendere  e distruggere la vita della gente: 
 
dei bambini, giovani, anziani, donne, 
 
uomini di ogni razza cultura e religione 
 
che sono massacrati, in tanti modi,
 
su questa martoriata e sofferente terra, 
 
che non riesce ad alzare il suo sguardi al cielo, 
 
per contemplare te, Dio di amore e di misericordia.


Signore, fa che questi giorni 
 
dedicati alla Commemorazione annuale dei fedeli
 
defunti,  non passino invano, ma lascino il segno
 
di una conversione alla cultura della vita 
 
e della pace in tutti gli angoli del mondo.


I nostri cari, non hanno bisogno solo di fiori,
 
luci, candele e mausolei 
 
per continuare la loro comunione spirituale con noi,
 
hanno bisogno delle nostre preghiere e delle nostre
 
opere buone,portando a compimento 
 
 
questo progetto d’amore e di riconciliazione
 
nelle nostre famiglie,nei nostri ambienti, nelle
 
nostre chiese,nel lavoro quotidiano,nella
 
 cultura, nella politica e nell’umana società.
 

 
I tanti nostri cari, concittadini, connazionali, 
 
immigrati, fratelli e sorelle in umanità
 
 
morti per tantissime giuste cause 
 
e per rendere il nostro mondo migliore,
 
dal cielo possano guidare 
 
noi uomini di questo terzo millennio
 
a guardare la vita nella prospettiva dell’eternità,
 
agendo sempre bene su questa terra, 
 
nell’attesa della felicità nella vita eterna. Amen
 
 

solennità di tutti i Santi

1 NOVEMBRE
 
SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI
 
PREGHIERA AI SANTI DEL PARADISO
O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso, volgete pietosi lo sguardo sopra di noi, ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie. 
 
Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti. O anime beate, intercedete per noi! 
 
Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme, di seguire i vostri esempi di zelo e di amore ardente a Gesù e alle anime, di ricopiare in noi le virtù vostre, affinché diveniamo un giorno partecipi della gloria immortale.
Amen.
 
 
O voi tutti che regnate con Dio nel cielo, dai seggi gloriosi della vostra beatitudine,
volgete uno sguardo pietoso sopra di noi, esuli dalla celeste patria.
Voi raccoglieste l'ampia messe delle buone opere,
che andaste seminando con lagrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche e l'oggetto dei vostri gaudii.
O beati del cielo, ottenete a noi di camminare dietro i vostri esempi
e di ricopiare in noi stessi le vostre virtù, affinchè, imitando voi in terra,
diventiamo con voi partecipi della gloria in cielo. Così sia.
Pater, Ave, Gloria 
 
 
O Dio, Padre buono e misericordioso, ti ringraziamo perchè in ogni tempo
tu rinnovi e vivifichi la tua Chiesa, suscitando nel suo seno i Santi: attraverso
di essi tu fai risplendere la varietà e la ricchezza dei doni del tuo Spirito di amore.
Noi sappiamo che i Santi, deboli e fragili come noi, hanno capito il vero senso della vita, sono vissuti nell'eroismo della fede, della speranza e della carità,
hanno imitato perfettamente il Figlio tuo, ed ora, vicini a Gesù nella gloria, sono nostri modelli e intercessori.
Ti ringraziamo perchè hai voluto che continuasse tra noi e i Santi la comunione
di vita nell'unità dello stesso Corpo mistico di Cristo.
Ti chiediamo, o Signore, la grazia e la forza di poter seguire il cammino 
che essi ci hanno tracciato, affinché alla fine della nostra esistenza terrena
possiamo giungere con loro al beatificante possesso della luce e della tua gloria.